Una nuova lettera giunge in redazione ed è indirizzata alla nostra Psicologa: cosa significa vivere una storia a metà?

Cara Giulia,
sono una ragazza di quasi 30 anni che affronta per la prima volta un sentimento che non sa come definire per un ragazzo. Mi ha fermato in macchina poco più di un anno fa, lui scendeva da casa per andare a lavoro e io ci arrivavo, c’era uno scambio di sguardi da un po’ (parlo di anni), e un giorno mi ha chiesto il numero.
È stato chiaro fin dall’inizio che non vuole impegnarsi adesso e siamo liberi di frequentare altre persone (cosa che nessuno dei 2 fa realmente). Lui viene da una storia di 9 anni finita circa da 3, per me è la prima.
All’inizio mi cercava lui adesso lo faccio sempre io, non vuole uscire spesso, non con altri amici e nemmeno che ci scriviamo troppo via messaggio.
Dice di stare bene con me, che gli piaccio non solo fisicamente, abbiamo interessi in comune e ci troviamo bene anche a letto, ma dopo un anno continua a dirmi che non ci potrà essere più di questo tra me e lui.
Devo credere a quello che dice anche se non abbiamo mai provato a frequentarci seriamente, visto che non ci vediamo molto spesso, o a quello che sento, anche da parte sua, quando stiamo insieme?
C.

 

Cara C.,
grazie per avermi scritto. Colpisce molto, nella tua lettera il fatto che il tuo dubbio stia nel credere o meno a quello che senti. Forse la questione è un’altra e possiamo analizzarla da questo punto di vista: mi sembra che il ragazzo di cui parli, nel vostro rapporto, abbia sempre un po’ “condotto il gioco”.

Da ciò che dici infatti sembra sia stato lui ad iniziare con un primo contatto e che lui per primo abbia messo il limite di “non impegnarsi”. Lui, in seguito ha chiarito che non vuole troppi contatti via messaggio e limita le possibilità di portare la relazione alla luce del sole, in compagnia dunque di amici. Sembrerebbe anche che in qualche modo questo ragazzo si allontani da te quando ti sente un po’ troppo vicina rispetto allo standard che ha proposto in questa relazione. Insomma, pone un bel po’ di indicazioni su quello che vuole e non vuole. Può essere che dipenda da mille fattori: magari ha paura, o non si fida. Ma non cambia la sostanza, quella della disparità.

Ora, non mi sembra utile parlare di quello che vuole lui e mi sembra invece il momento di chiederci cosa vuoi tu. Tu lo cerchi, gli scrivi, senti qualcosa. Ma perché una relazione sia piacevole e soddisfacente è necessario che sia basata su una reciprocità. Quando parlo di reciprocità intendo parlare di scambio. Un rapporto può dunque essere uno scambio più o meno equilibrato: può voler dire dare amore all’altro ma sentire anche di ricevere amore, scambiandosi reciprocamente i pensieri, i dubbi, le emozioni. E dichiarandosele, senza la necessità di leggerle nel comportamento dell’altro. A volte, pur di vedere ciò che desideriamo ci costringiamo ad una felicità dimezzata, ad una partita a metà.

Se il ragazzo in questione non sta nel gioco dello scambio allora forse state giocando a due partite diverse. Sicuramente c’è un buon feeling ma forse non basta. Forse è il momento di prenderla sgaia cioè il momento in cui tu possa trovare qualcuno con il quale condividere non solo gli interessi ed il tempo che ti aggrada ma anche una relazione a tutto tondo, senza limitazioni. Qualcuno che giochi il tuo stesso gioco, nel tuo stesso campo. La tua stessa partita.

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Psicologa per vocazione, divoratrice di libri, dipendente dalle serie TV. Perennemente in Converse nere e con un amore per i viaggi e per la fotografia. Lunatica, entusiasta, ama il mare e Dolores O'Riordan. Per Sgaialand cura parte della sezione Salute e Benessere rispondendo alle domande dei lettori e aiutandoli a prendere la vita in maniera sgaia, cercando di superare le avversità quotidiane con positività e benessere.