La Chiesa di San Lorenzo di Vicenza, sita nell’omonima e centralissima piazza, è una delle più antiche della città. Rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura gotica della provincia vicentina e i nostri amici del Centro di Cultura Fotografica non se la sono certo lasciati sfuggire in occasione di una delle loro meravigliose passeggiate fotografiche, questa volta a pochi passi da casa.

Iniziata nel 1280, la Chiesa di San Lorenzo di Vicenza è non solo uno dei più principali esempi di architettura veneta che racchiude in sè elementi romanici e gotici, ma anche importante fondazione francescana della città. Sita lungo il delizioso e vivo Corso Fogazzaro, è uno dei luoghi simbolo della città e, complice la vicinanza agli storici Licei Pigafetta e Lioy, è meravigliosa spettatrice della vita di molti giovani vicentini, dall’inizio delle lezioni durante la settimana, alle ore piccole del week-end. Sì, perchè ritrovarsi e sedersi in Piazza S. Lorenzo con gli amici o sui gradini del Liceo Lioy – davanti a cui svetta la facciata della Chiesa di San Lorenzo- è tra le memorie di molti abitanti del centro e non solo, e forse è per questo che Piazza S.Lorenzo racchiude sempre un fascino speciale per la sua città.

La presenza dei francescani a Vicenza sembra risalire al tempo in cui il loro fondatore era ancora vivente: forse al 1216, ma non vi è conferma ufficiale. Sembra anche che officiassero presso la chiesa di San Salvatore di cui non è ben chiara l’ubicazione, ma vi è certezza che nel 1280 i franscescani permutarono la loro chiesa con la cappella di San Lorenzo in Portanova,  costruita circa  40 anni prima a ridosso delle mura della città.

La nuova chiesa, caratterizzata da grandi spazi interni e da un ampio sagrato per poter accogliere numerosi fedeli che accorrevano per la predicazione, fu costruita in circa vent’anni con il favore delle autorità cittadine (all’epoca il Comune di Vicenza era sotto la dominazione padovana,  particolarmente favorevole ai francescani) che contribuirono in modo significativo alla costruzione. Fu infatti destinato Chiesa di S. Lorenzo un terzo di quanto ricavato dalla confisca dei beni agli eretici e questo finanziamento si aggiunsero le donazioni di numerosi famiglie signorili della città.

Sull’esempio di S. Francesco, che rinunciava ai beni paterni per vivere con i poveri comunicando con loro nella lingua del volgo, i Minori ritennero la predicazione ai laici una delle missioni più importanti dell’Ordine e la Chiesa di San Lorenzo di Vicenza vide la presenza di straordinari oratori che durante l’Avvento o la Quaresima venivano ascoltati da folle di fedeli:ad esempio Bernardino da Siena e Giovanni da Capestrano, che vestì del habito di S. Francesco molti giovani fra cittadini et artisti.

Le truppe napoleoniche dalla fine del Settecento occuparono l’intero complesso, costituito da chiesa e convento, sfruttandolo rispettivamente come caserma e ospedale. Il Comune fece restaurare le strutture negli anni 1837-39, mentre ad inizio Novecento durante i lavori finalizzati a liberare la zona da vecchi edifici, venne scoperto un tratto di strada romana nei pressi del transetto.

In un grande  e sapiente equilibro di spinte verticali e di linee orizzontali, la luce interna gioca con lo spazio creando effetti di grande suggestione. La ricca decorazione offre opere che vanno dal ‘300 al ‘600, tra cui la Decollazione di san Paolo (attribuita a Bartolomeo Montagna) e il rilevante Altare dei Pojana. Sull’altare maggiore un tempo si trovava la Dormitio Viriginis di Paolo Veneziano,  che oggi possiamo ammirare alla Pinacoteca di Palazzo Chiericati.

 
 
 
 

Articolo precedenteBallereTTe: più di 400 ballerine approdano a Venezia, si scarpi chi può!
Articolo successivoArriva Dolomiti Film Lab!, corso di videomaking e storytelling da non perdere
Il Centro di cultura fotografica è un’associazione senza scopo di lucro che si occupa di divulgare e sviluppare conoscenze in materia di fotografia. Si rivolge a tutti gli appassionati del settore, siano essi alle prime armi, fotoamatori o fotografi professionisti. Le attività tramite cui si realizza il progetto divulgativo del CCF sono di varia tipologia, tra cui l’organizzazione di mostre, la produzione di incontri con fotografi e altri professionisti, la realizzazione di un archivio fotografico e la creazione di una biblioteca settoriale. Vengono inoltre organizzati corsi di formazione dedicati a temi specifici, workshop e altre iniziative multidisciplinari.