Modella e opinionista in tv, Elisa D’Ospina racconta la sua “missione” tra online e offline. Perché è importante raggiungere un pubblico di donne ampio lavorando a livello psicologico ed estetico

Dieta, specchio, regime alimentare. Palestra, pesi, esercizio fisico. E anche selfie, post, like, commenti e tanta voglia di sentirsi belle – anzi belli – agli occhi degli altri. Anzi, ai nostri.
Chi di noi può affermare con assoluta certezza e convinzione di non essere mai caduto nemmeno una volta per fugace debolezza nella trappola dell’autocelebrazione vanesia sui social network, e chi, per tornare al mondo reale e offline, può dire di non essersi mai guardato allo specchio senza piacersi, magari solo perché in una brutta giornata o particolarmente stanco?
La visione che abbiamo di noi stessi davanti allo specchio è spesso e volentieri diversa dall’immagine che gli altri hanno di noi, e le approvazioni sociale e intima giocano un ruolo fondamentale nelle dinamiche psicologiche che ci aiutano ad amare il nostro aspetto o a guardare a quello altrui con ammirazione.
Perché? La scienza e la psicologia ne parlano da tempo, affrontando tematiche spesso tragiche che riguardano soprattutto i più giovani. E, parimenti, ne parlano molto anche i media e le arti, dal cinema alla moda.

Un esempio positivo, impegnato e intenso di ciò che significa amarsi e del cercare di dare messaggi positivi su larga scala è sicuramente quello portato avanti da tempo da Elisa D’Ospina.
Lei, modella grandi forme, come si diceva un tempo, burrosa e seducente, è anche una donna impegnata e determinata nel suo ruolo di personaggio televisivo, capace di portare dalla tv ai giornali la sua storia e il suo messaggio di amore per se stessi, di passione per la buona cucina e di un nuovo modo di apparire pregno di sostanza e non solo di forma.

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Elisa D’Ospina è originaria della Terra delle Meraviglie, precisamente del vicentino: classe 1983, inizia la sua carriera di modella nel 2007 con sfilate e shooting fotografici e ad oggi è una delle top-model più richieste a livello internazionale nel settore. Opinionista fissa in numerose trasmissioni televisive e radiofoniche nazionali (ad esempio il programma di successo di Rai2 “Detto Fatto”, condotto da Caterina Balivo), Elisa D’Ospina è laureata in Scienze della Comunicazione e, manco farlo apposta, la sua specializzazione in Psicologia si coniuga perfettamente con l’impegno nella lotta contro i disturbi del comportamento alimentare.
Da tempo, infatti, Elisa D’Ospina denuncia con forza il proliferare nel web di siti e blog pro anoressia e
pro bulimia e nel 2009 è stata nominata dal Ministero della Salute testimonial
per “La tre giorni della salute”, oltre che parlare di queste tematiche come contributor per Il Fatto Quotidiano e altri media online.

Come si può definire il concetto di curvy, parola entrata nel vocabolario comune ma che sembra ancora non essere stata troppo compresa dai più?
Partendo dal significato del termine, curvy vuole dire “formoso” e non ha nulla a che fare con l’obesità. Non ci sono dei canoni rigidi perché una donna può essere curvy se indossa una 48 ma è più alta di 180 cm, come lo può essere una 42 di piccola statura. Curvy, lo dice la parola stessa, prevede avere le curve, semplicemente. Quando una donna ha qualche chilo in più nella moda si parla di plus size e oversize

Intervista a Elisa D’Ospina

Le sue forme sono oggi un punto di forza, orgoglio e modello per tante donne italiane ma, nel passato, “più che le forme ciò che ha creato disturbo fin da piccola è stata l’altezza, perché quando sei un bambino e giudicato dagli adulti non è sempre semplice. Da ragazzina ero più insicura. Già durante le scuole medie ero formosa e alta un metro e 78. Poi alle superiori sono diventata una calamita per gli uomini e così ho iniziato a capire che la mia fisicità sarebbe stata una risorsa

Oggi parla tra tv, social e interviste dei modelli di bellezza che brand e fashion biz propongono alla gente, in particolare ai più giovani.
Quanto è importante sentirsi bene con se stessi purché sani e senza fissarsi su icone spesso portatrici di messaggi sbagliati?
Giro le scuole e parlo con moltissimi ragazzi. È bello avere una visione della realtà diversa dalla tua. Molti di loro non sanno che dietro una foto ci sono ore di trucco, c’è Photoshop e quindi raccontare loro che non è tutto reale ciò che vediamo fa sì che gli stereotipi vengano sgretolati. La missione, se così vogliamo chiamarla, è sempre quella di dare alle donne la libertà di scegliere di entrare in un negozio e trovare la propria taglia, come vestirsi, di avere qualche forma in più dopo la gravidanza senza sentirsi in colpa, di non vestire una 42 perché la natura ci ha dato una struttura diversa

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Guai ad attribuire a media e social network un possibile ruolo educativo in tal senso: “La stampa non educa, crea e confezione notizie. La tv è intrattenimento non si può avere la pretesa che abbia un ruolo educativo. Per educare ci vuole solo ed esclusivamente la famiglia
C’è da dire che negli ultimi anni il mondo delle arti e dello spettacolo sembrano aver fatto qualche piccolo passo indietro, mettendo in rilievo e dando spazio al mondo curvyuna lenta trasformazione o c’è da ben sperare secondo Elisa D’Ospina?
È un lavoro che mi vede in prima linea visto che ho portato nei media la parola “curvy” nel lontano 2008 e solo con Caterina e Detto Fatto per la prima volta nella tv italiana c’è stato uno spazio sull’argomento. Ora va di moda parlare di curvy confondendone spesso e volentieri il significato

Intervista a Elisa D’Ospina

Elisa D’Ospina, oggi protagonista in Rai, brillante interprete e messaggera di un mondo reale e normale, appunto, e domani?
Senza dubbio mi piacerebbe continuare a stare in televisione perché mi permette di raggiungere un pubblico di donne molto ampio che quotidianamente mi ringrazia per il lavoro che stiamo facendo sull’autostima a livello psicologico e a livello estetico
Una bellezza arrivata dal Veneto e che non disdegna di raccontare pubblicamente anche la sua passione per la tradizione enogastronomica di queste terre: “Vicenza è la mia città e appena posso, anche solo per qualche ora, ci torno. Ho mia nonna che mantiene viva la straordinaria tradizione enogastronomica del nostro territorio preparando le specialità e i piatti con cui sono cresciuta. Parte del mio cuore è sempre lì, nel piatto e non solo!

Credits immagine di copertina: Francesco Zigliotto Photography 

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Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.