Il 6 novembre al Verdi di Padova la prima nazionale di Da qui alla luna, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile Veneto, cha inaugurato la Stagione Stellare patavina.

Straordinario successo per la prima nazionale di Da qui alla luna, seguita da interminabili applausi del pubblico padovano profondamente commosso.

Da qui alla luna è la distanza che coprirebbero grossomodo i 16 milioni di alberi spazzati via dalle tempesta Vaia, mettendoli in fila uno dopo l’altro, ma è anche il titolo evocativo dello spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Veneto e scritto da Matteo Righetto per ricordare, senza retorica, l’orrore di quei giorni di fine ottobre 2018, in cui 8,6 milioni di metri cubi di legno delle Alpi orientali vennero spazzati via dalla furia del vento.

Qui sotto il nostro video completo di immagini della serata e interviste a Mattero Righetto e Andrea Pennacchi.

Andrea Pennacchi, con la sua ironia e la sua umanità, racconta la tempesta attraverso lo sguardo di tre personaggi: il muratore Silvestro, Paolo, un giovane studente e la vecchissima Agata, abitanti della vallata bellunese.

Ad accompagnarlo in una suggestiva scenografia allestita con i ceppi di alcuni degli abeti rossi abbattuti da “Vaia” e donati dal Comune di Falcade, le musiche di Carlo Carcano e Giorgio Gobbo (presente in scena con la sua chitarra) e  l’Orchestra di Padova e del Veneto.

In Da qui alla Luna Matteo Righetto, ripercorre con precisione i fatti in una sorta di delicatissimo requiem per una montagna violentata e abbandonata, portando lo spettatore a riflettere sul tema urgente e improcrastinabile dei cambiamenti climatici e più in generale sul rapporto tra uomo e natura, un legame spezzato ormai da tempo, che conviene recuperare per non distruggere il futuro stesso dell’umanità. A cento anni esatti dalla fine della Grande Guerra, gli abeti divelti e schiantati rappresentano, per l’autore i caduti di un nuovo conflitto mondiale: una guerra “ambientale” che dimostra quanto la montagna, la nostra montagna apparentemente inscalfibile, sia in verità fragile ed esposta ai peggiori pericoli, esattamente come l’uomo contemporaneo che tuttavia si crede invincibile.

Si ringrazia: il Comune di Falcade e in particolar modo il Sindaco Michele Costa per la fornitura dei ceppi d’abete raccolti dai boschi devastati dalla tempesta

Per info e biglietti
teatrostabileveneto.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo precedenteLa magia del Cappellaio Gatto: la Cappelleria Palladio di Vicenza festeggia 120 anni
Articolo successivoL’Equilibrio Sottile: il 22 novembre a Thiene l’evento gratuito per libere professioniste
Un team tutto veneto formato da professionisti in ambiti diversi. La redazione Sgaialand Magazine racconta il Veneto che funziona, appassiona, cresce ed emoziona. Quello frizzante, curioso, impegnato, spesso eccellente, sempre sgaio.