La seicentesca villa Foscarini Rossi, che accanto a villa Pisani spicca sulle rive del fiume Brenta, da quasi trent’anni ospita il “Museo della calzatura” voluto da Luigino Rossi, imprenditore calzaturiero, aperto nel 1993 per testimoniare, attraverso la calzatura griffata, l’evoluzione della storia del costume dalla seconda metà del Novecento.

Ospitato presso la Villa Padronale dello straordinario complesso architettonico secentesco della celebre villa di Stra, lungo le rive del fiume Brenta, e nato da un’idea del comm. Luigino Rossi, Presidente del Calzaturificio, con l’obiettivo di esporre i pezzi più rappresentativi creati dall’azienda nel corso della sua attività, il Museo della Calzatura è stato inaugurato nel 1995, in occasione dei 50 anni di attività dell’azienda Rossimoda, che produce calzature femminili di lusso grazie all’acquisizione di licenze di marchi di alta moda al massimo livello di qualità e importanza internazionale.

Paradiso delle donne, Il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi espone 1350 pezzi iconici, vere e proprie opere d’arte da indossare realizzate in oltre 60 anni di collaborazione con le più grandi case di moda. Il complesso, acquisito dal 2003 dal gruppo finanziario del lusso LVMH, accoglie oggi circa 6.000 visitatori, principalmente addetti ai lavori, ma anche appassionati, oltre ad organizzare laboratori didattici e mostre e ospitare eventi e congressi nella Foresteria adiacente.

“Il museo esiste dal 1993 grazie all’intuizione di Luigino Rossi, imprenditore del calzaturificio fondato dal padre Narciso nel 1947, che ha deciso di creare questo salotto buono dove testimoniare i suoi successi – racconta Federica Rossi, curatrice del museo – il museo racconta l’evoluzione del costume attraverso questo accessorio, raccogliendo le calzature divise per griffe e mostrando così il contributo di ogni stilista all’evoluzione della moda in un determinato periodo di tempo che corrisponde agli anni di collaborazione con la manifattura”.

Le calzature femminili sono esposte con il criterio della provenienza geografica: al piano terra gli anglosassoni con le case di moda americane, inglesi e tedesche; al primo piano i mediterranei con i francesi, gli italiani e gli spagnoli.

Al piano terra è esposta anche una selezione di antiche calzature proveniente dai diversi continenti, che Luigino ha acquistato nel corso dei suoi viaggi per testimoniare l’evoluzione di un accessorio che parte da un’esigenza pratica e diventa anche un modo per comunicare e un simbolo di appartenenza sociale.

Ci sono le calzature degli indiani addobbate di perline che indicano la tribù di provenienza e il ruolo all’interno di quella tribù, gli zoccoli in legno, le inquietanti scarpe delle donne cinesi dai piedi fasciati lunghe solo 13 centimetri, un vecchio sandalo del centro America di paglia intrecciata con funzione protettiva, un “calcagnino” usato da una nobildonna veneziana, o le scarpe di betulla intrecciata in uso nei paesi freddi della Finlandia e della Russia che permettevano di camminare sul ghiaccio.

E se tutto parte da Venezia, con la scuola dei calegheri la cui esistenza è documentata sin dal 1268, la Riviera è diventata uno dei distretti delle calzature più noto al mondo per la qualità dei suoi prodotti, la professionalità delle maestranze e il gusto estetico.

“Questo territorio è caratterizzato da due frutti: la civiltà delle ville venete e il distretto calzaturiero queste caratteristiche influenzano il prodotto che esce da qui. Siamo circondati da un certo tipo di architettura che ha certe proporzioni, un certo tipo di gusto e un certo senso d’armonia che non possono non creare un archetipo nelle cose che facciamo. Noi siamo convinti che tutto quello che ci circonda abbia influenzato la produzione raffinata di questo territorio”.

Da Dior a Yves Saint Laurent, da Givenchy a Ungaro, a Fendi, Christian Lacroix, Pucci, Calvin Klein, Porsche, Donna Karan, Marc by Marc Jacobs e Porsche ma anche Emilio Pucci, Yves Saint Laurent, Givenchy, Dior, Roger Vivier, Fendi, Lacroix, Celine e Kenzo: ai modelli di calzature si aggiungono stampe, schizzi e sculture della collezione privata d’arte di Luigino Rossi, come gli originali schizzi di Christian Lacroix e Karl Lagerfeld, le riproduzioni delle stampe di Andy Warhol, e le cartes de vœux di Yves Saint Laurent.

Il Museo della Calzatura ospita, inoltre, una piccola ma preziosa raccolta di calzature veneziane del ‘700 e dell’800 e, oltre a raccontare il percorso imprenditoriale della famiglia Rossi e i rapporti intessuti dall’Azienda con le più grandi case di moda, ha il compito di testimoniare i saperi del territorio, diffondendo la conoscenza della tradizione calzaturiera della Riviera del Brenta e di documentare l’evoluzione del costume e della moda nella seconda metà del Novecento.

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