Secret Garden Park al Parcheggio Porte Contarine non è solo un’occasione per abbellire e qualificare, ma un nuovo modo di vivere la città: è un processo di incontro e rifunzionalizzazione del luogo, che tramite l’arte di strada diventa veicolo di comunicazione.

Il progetto artistico del Secret Garden Park nasce da un’idea di APS Holding e dell’associazione “Arcellatown” insieme all’Amministrazione Comunale di Padova; grazie alle opere degli artisti Tony Gallo, C0110, Refreshink, Kiki Skipi & Andrea Casciu, Fabio Petani, Yama, ha trasformato un anonimo parcheggio in una galleria d’arte da inserire in un percorso turistico cittadino, ma allo stesso tempo anche in spazio pronto per un uso poliedrico ed inclusivo.
La colorazione del Park Porte Contarine permette di creare una forte connessione con la città diventata patrimonio dell’Unesco, la “Padova Urbs Picta”: la street art del Secret Garden declina una visione della pittura in chiave contemporanea, tanto da giustificarne la continuazione della tradizione.

L’obiettivo sfidante è rendere l’arte protagonista di una riqualificazione di una struttura che esce dopo tanti decenni dall’anonimato urbano per trasformarsi da vuoto urbano ad esperienza visiva e sensoriale per l’utenza finale.

Le opere del Secret Garden Park

Complici le Ali -Tony Gallo –

Un ingresso prospetticamente avvolgente in un magico giardino segreto sognante.

Tony Gallo omaggia la Sua Padova che lo ha sempre sostenuto nella sua crescita artistica e racconta metaforicamente la storia di un amore che deve imparare a volare, così come l’arte di Padova da piccola è diventata grande nei secoli ed ha spiccato il volo. L’artista propone per il Secret Garden uno dei suoi personaggi antropomorfi caratterizzanti della sua arte. Una Lei che prospetticamente rincorre dei volatili scappati via dalla loro gabbietta senza riuscire a catturarli. Lo sfondo, un tappeto di fiori, è un chiaro riferimento alle volte floreali del loggiato esterno di Palazzo della Ragione oltre a contenere uno studio sul Hydrocleys nymphoides, comunemente detto papavero d’acqua, specie di flora contenuta nel nostro Orto Botanico.

Sul lato sinistro e centrale i volatili, sempre caratterizzati dal tipico becco arancione dell’artista, si innalzano con le ali decorate ed escono dal muro, diventando un’opera vivente. Un quadro che diventa installazione.

La Creazione – C0110 –

Il Padovano C0110 nella sua opera sviluppa il concetto della creazione dell’universo, una divinità bambina apre le mani e si rende creatrice dell’universo dal quale scaturiscono i diversi elementi della natura: terra, acqua, fuoco e vento, i temi presenti nelle opere del Secret Garden Park.
La bambina è simbolo dei sogni dell’infanzia in cui è custodito il nostro futuro. Un inno alle donne, un inno alla purezza dell’infanzia, un inno transfemminista che grida la potenza creativa in un’unica dea e non più un unico dio secondo la visione maschilista del mondo. Sullo sfondo, invece, si intravede il cielo giottesco della cappella degli Scrovegni e alcuni dei monumenti caratteristici della città.
Nelle tele di C0110 i volti e gli sguardi si mettono in comunicazione diretta con chi guarda, in una partecipazione di rimandi nel quale entrare e lasciarsi coinvolgere pienamente.

Urbs Tessellata – Refreshink-

All’interno del Secret Garden, Refreshink dopo uno studio sul patrimonio artistico Unesco padovano propone alcuni elementi e soggetti caratteristici del “Palazzo della Ragione” con la tematica del FUOCO e un particolare del grande pavimento musivo presente nei Musei Civici degli Eremitani, creando così un collegamento con il suo nuovo progetto di mosaici dipinti “iconosaik”.

La lettura dell’opera inizia dalla parete EST, dove a sinistra, il fiore rappresentato è stato ripreso dal pavimento Opum Tessellatum rinvenuto in via Cesare Battisti durante degli scavi ed ora conservato ai Musei Civici degli Eremitani. Il dimenarsi dei suoi petali ricorda il movimento effimero delle fiamme del fuoco, e quindi del Sole come elemento fondamentale per la creazione della vita sul nostro pianeta.

Il Drago è lo stesso presente tra gli stemmi dei tribunali di Palazzo della Ragione. Questo luogo infatti era sede di tutti i tribunali della città e quindi simbolo di giustizia assoluta di forza vincente che come il fuoco brucia tutto ciò che non è giusto.

Sulla Parete SUD i simboli astrali dei segni zodiacali del Leone e del Sagittario sono ricordati come segni del fuoco e quindi secondo il quadro astrale di Palazzo della Ragione associati al pianeta “infuocato” ovvero il Sole.

Antimony Trisulfide & Monstera Pinnatipartita – Fabio Petani –

Il murale fa riferimento agli elementi della flora del nostro Orto Botanico di Padova antichissimo e famoso in tutto il mondo e si sviluppa su tre pareti adiacenti creando una vera e proprio serra urbana. Su ogni parete riporta uno sfondo delle foglie tropicali presenti nel Giardino delle Biodiversità delle serre dell’Orto Botanico Nuovo con accenno a degli elementi caratteristici dell’Orto Antico, anch’esso patrimonio Unesco: il Ginkgo, Il Bamboo Nero e la Palma di San Pietro rinominata in seguito proprio “Palma di Goethe” per gli studi che lo ispirano durante il suo viaggio a Padova. Le foglie stilizzate del Ginko Biloba accompagnano l’opera sulle tre pareti. Secondo la tradizione, il Ginkgo, situato all’interno della porta Nord, venne importato a Padova nel 1750. Questa pianta raccoglie da sempre l’interesse di artisti e poeti di tutto il mondo: tra i più illustri Wolfgang Goethe, che le dedicò uno scritto.

Il Bambù Nero è stato rappresentato per le sue clamorose attitudini naturali.
L’ultima volta è sbocciato nel 1932. È una pianta particolare perché germoglia in tutto il mondo nello stesso anno. Una sincronia globale che alcune ipotesi riconducono a una forma estrema di difesa dai predatori.

Alla Palma di Goethe è dedicato un focus tondeggiante di colore giallo che come il sole ricorda la circolarità dell’Orto Botanico Antico.

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Comfort Zone – Yama –

Un connubio perfetto tra patrimonio artistico, cultura e visionarietà utopistica sviluppa il tema del vento raffigurando una personificazione della “Rosa Ventorum”: quattro volti femminili come metafora dei quattro venti ovvero Euro, Noto, Boera e Zefiro.

Yama crea una sfumatura all’interno di questi volti, attraverso un gioco di linee
prospettiche a rappresentazione dei monumenti più caratteristici di Padova: Santo, Santa Giustina, Duomo, Torre dell’orologio e Palazzo della Ragione (appena visibile). La rappresentazione di alcuni monumenti Unesco della città e il continuo rimando alla numerologia del 4 (come le sezioni dell’Orto Botanico antico oltre che del Prato della Valle ad esso ispirato, i punti cardinali a cui esse rimandano e gli elementi che rappresentano ovvero Aria, Acqua, Fuoco e Terra) ci riportano ad una simbologia che anche tramite il rimando a dei codici sigilla metaforicamente un valore antico e lo fa rivivere tramite gli stilemi delle arti moderne.

Cantico della Valle: visione di ninfe – Kiki Skipi & Andrea Casciu –

Il titolo ha un chiaro riferimento al Prato della Valle ma non solo. La narrazione dell’opera che
inizia da sinistra rappresenta un’anfora che bagna la testa ad un uomo adulto imponente, una divinità, un Poseidone, Re del mare che riceve il battesimo proprio come il Gesù cristiano. Questa simbologia del battesimo vuole essere un elogio al ciclo di affreschi del trecento rappresentato non solo all’interno del Battistero di Padova ma anche nel battesimo di Gesù di Giotto.

Successivamente troviamo la rappresentazione delle ninfe delle fonti, che in assenza dell’uomo e nel silenzio
della città si animano e dialogano. Tali ninfe hanno un rimando ad un tempo
antico in cui il Prato della Valle non è la maestosa Piazza che conosciamo oggi bensì un terreno paludoso e
abbandonato. In questo contesto l’idea di tali figure mitologiche “guardiane” di un luogo tanto “sacro” per la città vuole essere una visione angelica che custodisce quei vuoti urbani fintanto che non vengono bonificati e resi al popolo.
Una metafora stessa del Secret Garden che da luogo oggetto di abbandono è stato restituito alla cittadinanza. Le ninfe tengono delle anfore dalle quali scorre l’acqua che rappresenta i copiosi fiumi che ricoprono Padova, e canali che attraversano non solo il Prato della Valle ma anche l’interno della nostra città.

Photocredits: Secret Garden Park

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