Una rassegna culturale all’insegna della valorizzazione delle materie prime: tutto su Le Buone Tavole dei Berici e i prossimi incontri

Con l’inizio dell’autunno è partita la nuova stagione per le Buone Tavole dei Berici. Il rinnovamento passa dalla ricerca e dall’impegno profuso per trovare una nuova formula che sappia raccontare ancora una volta la tradizione nella cucina dei quattro chef che compongono l’Associazione, ma che nel contempo riesca a dare ancora emozioni e sensazioni fresche e inedite al proprio pubblico. Il percorso individuato è “Cibus in itinere” ovvero il cibo in cammino, un cammino che sta per evoluzione, studio, impegno e, appunto, ricerca. Un titolo che si completa con “I percorsi del gusto“, dove le strade da intraprendere sono molte, variegate e diverse, ma che conducono tutte verso un unico traguardo: il raggiungimento della qualità sotto forma di materia prima, che sarà protagonista assoluta del nuovo ciclo di incontri firmati Buone Tavole dei Berici. Stagionalità e territorio si uniscono così a innovazione e sperimentazione fino a trovare una dimensione nuova nello stesso allestimento delle serate dedicate alla “buona tavola“. Aree tematiche concepite come tavolozze in cui i colori sono i vari cibi, che diventano così ingredienti di un puzzle più ampio e complesso, eppure semplice. Le combinazioni fra isole, divise per contenuti (carne, riso, verdure e ortaggi, frutta), diventeranno il gioco di abbinamenti, creatività e contaminazioni fra i cuochi stessi, che useranno gli ingredienti con maestria e versatilità, fino ad arrivare a giocose invenzioni enogastronomiche, arditi e interessanti connubi.

le buone tavole dei berici ristoranti cultura food cibo mangiare in veneto vicenza colli berici sgaialand magazine

E Cibus in Itinere si sta declinando nel suo percorso di gusto attraverso gli incontri tematici, nei quali la materia prima viene studiata, percepita e proposta con un nuovo spirito, che attinge comunque dalle radici della tradizione e che vuole far sì che i piatti preparati parlino quasi…da soli! Dopo la prima “tappa” enogastronomica dedicata ai Colori del Cibo, l’operazione di avvicinamento e di riconoscimento delle materie prime procede attraverso le aree tematiche concepite come tavolozze in cui i colori sono i vari cibi, che diventano così ingredienti di un puzzle più ampio e complesso, eppure semplice. I Sentieri del Cibo tracciano quindi la via nella seconda serata, che si terrà giovedì 23 novembre alla Trattoria Zamboni di Lapio (Vicenza). Protagonisti saranno gli alpeggi con i formaggi crudi d’allevo, vaccini o caprini, che portano dentro di sé il profumo dell’estate passata in malga. Si alterneranno agli stagionati a pasta dura e ai formaggi a pasta pressata. Le valli saranno presenti con le carni di cortile come l’oca e anitra, accompagnata dai funghi e dalle castagne delle colline, dal brolo si raccoglieranno melograni e cachi, mentre dal vicino orto, verze e broccoli diventano gli ingredienti preferiti di interessanti abbinamenti e invenzioni, con la pasta fresca che domina i primi piatti esaltandoli.
Il gioco rimescola le carte e niente è mai uguale a sé stesso. E, anche in questo caso, si imparerà solo giocando. Quando gli ospiti, da semplici spettatori, diventeranno protagonisti. In una sorta di caccia al tesoro, attraverso percorsi guidati (ma non troppo) che serviranno a sottolineare e a valorizzare i contenuti dei vari piatti attraverso l’uso delle materie prime. La varietà di proposte e di idee scaturite dalla sessione della prova piatti renderà difficile l’assegnazione del piatto migliore. Ogni assaggio porta in sé passione, amore per la propria terra e il proprio lavoro, ricerca, innovazione, creatività e inventiva. Nel solco di una tradizione che vede la cucina delle Buone Tavole sempre protagonista nell’approccio con il proprio cliente. Il percorso di gusto seguirà il cammino della golosità fra panciuti cestini guarniti di funghi trombette da morto, tortelli ripieni di formaggi, di verdure o di carni, inframmezzati da una rigenerante zuppa di cipolle all’Asiago Mezzano. Seguiranno oche e anitre, cotte e servite in modo diverso e sempre estremamente gustoso e appetitoso, mentre un florilegio di formaggi e confetture introdurrà il dessert di rara delicatezza e impatto scenografico. Per percorrere le nuove rotte del gusto insieme a Monica Gianesin della Trattoria Albergo Isetta di Grancona, Gino e Luisa Gasparella del “Piccolo Mondo” di Zovencedo, Giuseppe Zamboni della Trattoria Zamboni di Lapio e Roberto Berno dell’Antica Trattoria “Al sole” di Castegnero.

Le Buone Tavole dei Berici

Negli anni ’80 un gruppo di ristoratori scelse di unirsi e di formare un gruppo di lavoro. Così nacquero Le Buone Tavole dei Berici. E così è nato l’impegno di lavorare insieme per salvaguardare e diffondere la cucina berica utilizzando materie prime locali, dandosi allo stesso tempo aiuto e supporto nella promozione della propria realtà. Una filosofia di lavoro e di valori che ha permeato tutta l’attività del Gruppo, che è arrivato ai giorni nostri con l’immutata carica di passione, entusiasmo e amore per la cucina e la propria terra. Attorno ad uno stesso fornello gli chef delle Buone Tavole amano ritrovarsi per continuare a migliorare, inventare, riscoprire. In una continua ricerca di sapori dimenticati, di sperimentazione attenta al territorio, di innovazione intelligente. I Colli Berici, nel quale operano, diventano così lo scenario di una continua evoluzione, di garanzia di eccellenza e di un altissimo livello qualitativo. E allo stesso tempo, si fanno comprimari della rappresentazione di sapori autentici, di tradizioni radicate eppure rinnovate, di ingredienti genuini e unici. Di vita e di lavoro vissuti insieme.

Articolo precedenteFortuna e Gioco in una grande mostra alla Fondazione Benetton
Articolo successivoEssere Glam a 40 anni: una riflessione sulla moda con Michaela K. Bellisario
Un team tutto veneto formato da professionisti in ambiti diversi. La redazione Sgaialand Magazine racconta il Veneto che funziona, appassiona, cresce ed emoziona. Quello frizzante, curioso, impegnato, spesso eccellente, sempre sgaio.