Forse non tutti sanno che a Padova

Nelle librerie da alcune settimane, Forse non tutti sanno che a Padova è il saggio scritto da Silvia Gorgi che racchiude aneddoti, curiosità, leggende della città del Santo

È da poco uscito per Newton Compton Editori Forse non tutti sanno che a Padova, il manuale che permette di scoprire curiosità, aneddoti e luoghi poco conosciuti della città “Culla delle Arti, come la definì Shakespeare.
Lungo una serie di capitoli si racconta, a partire dal 1.200, l’essenza di Padova, il suo essere centro del pensiero: un saggio divulgativo che si rivolge ai padovani e ai turisti, per i primi come spunto per scoprire luoghi, recuperare ricordi e memorie, per i secondi come insieme di informazioni a più ampio respiro.

A firmare Forse non tutti sanno che a Padova è la giornalista padovana Silvia Gorgi, che traccia la storia di personaggi come Leonino da Zara e le sue imprese sulle ali, Antonia Masanello, garibaldina della spedizione dei Mille, che per combattere si travestì da uomo, Bartolomeo Cristofori, l’inventore del forte piano; racconta molti primati, in particolare nella Medicina e nella Scienza, dalla sonda su Marte alla missione prevista su Mercurio il cui nome è omaggio al geniale matematico padovano Bepi Colombo, la conferma delle onde gravitazionali, le operazioni a cuore battente, laddove ci fu il primo trapianto di cuore in Italia; conduce in luoghi poco conosciuti come nel mulino del Borgo medioevale di Pontemanco, borgo in cui è in atto una rinascita green, nella corte benedettina di Correzzola, nel bosco di Sant’Angelo di Piove di Sacco.

«L’idea del manuale nasce da una serie di incontri che ho raccolto nel corso del tempo. Il volume si occupa di curiosità, aneddoti, luoghi poco conosciuti; lungo i secoli della sua storia, dalla fine del mille duecento ad oggi ho cercato di riportare fatti e situazioni che descrivessero l’essenza della città, della mia città. Padova si è sempre caratterizzata per essere centro del pensiero, non periferia. Sono state per me fonti preziose saggi, biblioteche, giornali, riviste, oltre alle visite sui luoghi e nei musei di cui parlo. Dai primi studi è continuato l’approfondimento, e in seguito ho iniziato a scrivere continuando a fare ricerche, anche se per ogni spunto storico mi piaceva cercare una sua attualizzazione, sicché ad esempio partendo dal racconto dell’annuncio dell’armistizio della seconda guerra mondiale, e dalla decisione del vescovo di allora di cercare di recuperare le campane confiscate, inizia il capitolo con cui si ripercorre la storia della famiglia Colbachini, e delle loro campane, per arrivare a parlare dello stadio “Colbachini” d’atletica oggi esistente all’Arcella»

Forse non tutti sanno che a PadovaMa ci sono anche le avanguardie degli anni Sessanta, dal gruppo N, nell’arte contemporanea, al cinema underground, alle nuove tendenze in ambito hi-tech e nella produzione 3D, con la App che accompagna a scoprire i misteri che legano Padova a Shakespeare, con il re degli effetti speciali, Marco Revelant, padovano doc, che da molti anni lavora con Peter Jackson, e, ancora c’è Padova Smart City, con il giardino della biodiversità dell’orto botanico o l’interattivo Museo di Storia della Medicina, MuSMe.

La città in cui Galileo diede avvio alla scienza moderna, Giotto rivoluzionò l’Arte, e in cui allo storico Caffè Pedrocchi si poteva incontrare Stendhal, che pare andasse pazzo per lo zabaione, da sempre è stata un centro urbano stimolante e in grado di attirare eminenti personalità del mondo delle arti. Ma quel che la rende speciale non è solo la cultura accademica: alcune sue industrie fecero scuola, come lo stabilimento della Birra Itala Pilsen, e qui fu inventato il Vov, celebre liquore all’uovo, la cui ricetta è opera del pasticcere padovano Gian Battista Pezziol. Luoghi, personalità, imprese, che questo libro rivela, guidando il lettore alla scoperta di una città dal grandissimo fascino.

«La recente architettura della città, fatta di ponti illuminati per rendere più fluido il traffico, sorta di nuove porte della città, simbolo dell’andare e venire, dimostra ancora una volta che il legame con l’esterno, che si alimenta grazie ai flussi di persone, grazie ai ponti che si costruiscono verso gli altri, resta elemento fondante per crescere e migliorare, e per far tornare Padova quel che da sempre è stata: centro del pensiero»
(da Forse non tutti sanno che a Padova)

Silvia Gorgi è una padovana DOC, una giornalista che scrive di cinema, arte e nuove tendenze per le pagine di cultura e spettacolo dei quotidiani del gruppo editoriale L’Espresso, per le quali segue come inviato il festival del cinema di Venezia e altri festival internazionali. Alcuni suoi servizi di viaggio sono stati pubblicati da «Elle Italia» e «il Venerdì di Repubblica», e servizi di cinema su «FilmTv». Laureata in Scienze Politiche, dopo una specializzazione in Giornalismo all’università di Padova, è diventata responsabile di uffici stampa per associazioni, registi, attori, produzioni cinematografiche. Speaker radiofonica, ha ideato Nordest Boulevard, dapprima programma radio, oggi sito d’informazione. Ha curato mostre di artisti in Veneto e a Berlino. Dal 2010 vive fra Padova e Berlino.

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Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.