Autrice e produttrice, tra televisione, musica e cucina: abbiamo incontrato Silvia Giordani, per scoprire la sua storia da Maurizio Crozza alla macrobiotica (e non solo)

Se cercate Silvia Giordani su Linkedin, il suo profilo è indicato come “Caporedattrice, Aiuto Regia, Web writer, Social Media Editor, Cuoca e consulente alimentare (MTC)”.
E infatti la nostra Silvia, di origine vicentina, è una comunicatrice, cuoca e produttrice, che è riuscita negli anni a farsi strada nel mondo della televisione al fianco di grandi nomi come Maurizio Crozza e parallelamente è diventata una cuoca e operatrice olistica.

L’abbiamo incontrata per scoprire di più del suo eclettico percorso, tra comunicazione, spettacolo e cibo sano.

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Intervista a Silvia Giordani

La mia storia lavorativa ha inizio ai tempi dell’università, ero iscritta al Dams indirizzo Cinema a Bologna, e iniziai a lavorare per un regista che girava videoclip musicali, da subito come runner sul set e come assistente tutto fare sia in pre che post produzione. Dopo qualche anno provai ad entrare alla Scuola Civica di Cinema, una scuola professionale molto più pratica rispetto al Dams, passai le selezioni e mi trasferii a Milano. Nello stesso periodo mandai il mio Cv a Mtv dove mi presero per uno stage in quello che all’epoca era il programma preferito: Brand New. I lavori da quel momento in poi sono arrivati uno dietro l’altro: quando sei nella cerchia delle produzioni televisive hai la possibilità di raccogliere informazioni da amici e colleghi e capita spesso che produttori o gli autori con cui hai lavorato ti presentino e portino a lavorare con loro in altre produzioni.
Sono invece diventata cuoca, o meglio Operatrice olistica ad indirizzo nutrizionale, per un bisogno e una ricerca personale: 7 anni fa ho deciso di diventare vegana (ero già vegetariana) per motivazioni etiche e perché arrivai a scoprire che la causa dei miei malanni, gastrite e colite, era alimentare più che correlata allo stress, quindi tolsi latticini, zucchero, prodotti raffinati e conservati e ricominciai a star meglio. Mi impegnai molto e ricominciai a prendere confidenza con pentole e fornelli di casa, iniziai dapprima con qualche corso di cucina macrobiotica, poi il corso completo di operatore olistico sempre legato alla cucina curativa e quest’anno il corso di cuoco di cucina naturale (a Milano, qui).
Dopo aver lavorato 14 anni in TV a Milano, aver trovato la cucina macrobiotica e aver ricominciato a studiare su libri e fornelli è stato per me un percorso terapeutico in tutti i sensi.
Ho deciso così di cambiare vita per avere più tempo per me e per la mia nuova passione, ho lasciato il posto (quasi) fisso e sono tornata nella mia Vicenza dove organizzo corsi di cucina, catering, serate informative nei negozi biologici e dove offro consulenze individuali.
Ora sto ricominciando ad occuparmi anche di video come producer freelance, è pur sempre una mia grande passione e non riesco a stare lontana dal set per troppo tempo!
Gli ultimi lavori sono per la TofuFilms con il regista/fotografo Michele Piazza, abbiamo appena chiuso il videoclip di Omar Pedrini e l’ultimo di L’Aura recentemente uscito

Silvia Giordani tra tv e macrobiotica: come definiresti il tuo percorso?
Anni fai trovai in rete questo video di TedX “Why some of us don’t have one true calling” che per me fu un’illuminazione. Emilie Wapnick, scrittrice e artista, nel suo speech parla delle persone cosiddette “multipotenziali”: fin da piccolo ti viene chiesto cosa vuoi fare da grande, e la risposta che si aspettano tutti è sempre e solo una, è dato per certo che bisogna avere un’unica mission nella vita, siamo abituati a cercare e ad impegnarci solo in quella che pensiamo sia la nostra vera vocazione, e se non ne hai una, hai la sensazione di essere sconclusionato e disorientato. Fortunatamente la curiosità non mi è mai mancata e ho sempre avuto mille interessi, a volte rimasti solo delle passioni altre diventati dei veri e propri lavori. Da accompagnatrice turistica a producer video, da dj a cuoca, da caporedattrice a web editor, difficile che io stia ferma e difficile per me pensare di impiegare il tempo nello stesso lavoro per dieci, venti o quaranta anni.
La filosofia macrobiotica fa parte di un percorso personale di crescita e di consapevolezza (come il reiki, la meditazione, lo shiatsu e altre pratiche olistiche che ho provato), studio e frequento corsi per aggiornarmi, e l’alimentazione come sostegno nella cura e soprattutto nella prevenzione di molte malattie sta diventando un tema centrale per la nostra società. Viviamo di più ma ci ammaliamo di più e purtroppo la maggior parte delle persone pensa che non ci sia alcuna correlazione tra il loro stato di salute e quello che mangiano. Spesso chi ha frequentato i miei corsi o è stato in consulenza da me, mi dice che il cambio di alimentazione ha portato diversi benefici nella loro vita, si sentono meno stanchi, più energici e vitali. Questo forse è l’appagamento più grande, quello che mi rende veramente felice

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Concentriamoci sul mondo della televisione: cosa significa lavorare dietro le quinte, in particolare in programmi di successo come “Crozza nel Paese delle Meraviglie”?

Lavorare nelle varie produzioni televisive è un vero e proprio lavoro di squadra e spesso, visti gli orari che si è costretti a passare insieme tra ufficio e studio di registrazione (anche 14 ore al giorno), i colleghi diventano un po’ la tua famiglia, nel bene e nel male. Io ho iniziato con Crozza nel 2010 e ho lavorato al programma per cinque anni. Ero caporedattrice, coordinavo i vari reparti e passavo le varie informazioni dalla stanza dei bottoni ai altri colleghi che si occupavano di mettere in piedi la puntata. Gli autori con Maurizio Crozza nei primi giorni della settimana solitamente stendevano la scaletta del programma (temi dei monologhi, personaggi, pezzi musicali), e dopo una riunione generale, mille email e messaggi, si metteva in moto la macchina produttiva: casting, redazione per le ricerche e rassegna stampa, costumi, coreografie, grafiche, montaggi video, scenografia, trovarobato, musiche e regia. Il giorno della diretta tra produzione, redazione, corpo di ballo, attori, band e troupe tecnica eravamo circa 120 persone dietro al palco. Io ero in comunicazione con la maggior parte di loro o comunque con i responsabili dei vari reparti

Non “solo” Maurizio Crozza, ma tanti altri illustri nomi della tv italiana, nel tuo percorso:
I contratti nel mondo televisivo sono legati alla durata delle trasmissioni, quindi non è raro se in un anno ti possa capitare di lavorare anche a due o tre programmi diversi. Dopo le prime avventure televisive a Mtv e a Gay Tv, e dopo aver provato a lavorare nel cinema, ho fatto la segretaria di edizione in due film indipendenti più diversi cortometraggi, sono approdata a Camera Café come responsabile post produzione, L’isola dei famosi come segretaria di edizione (stavo sulla spiaggia a scrivere tutto ciò che accadeva di importante ai fini del montaggio della puntata), Markette di Piero Chiambretti come aiuto regia. Il passo dopo fu ritornare a Mtv come producer, quindi organizzatrice generale e responsabile contenuti dei seguenti programmi: Lazarus con Ale Cattelan e Francesco Mandelli, Love Line con Angela Rafanelli, Hit List Italia con Vale Correani, Black Box, Operazione Soundwave, Camminando.
Negli ultimi sei anni invece ho lavorato come caporedattrice per Geppi Cucciari nel programma G’Day, Fabio Volo nel Volo in Diretta e appunto per diverse stagioni con Maurizio Crozza

Intervista a Silvia Giordani

Recentemente hai prodotto il video dell’ultimo singolo di Omar Pedrini, girato proprio nella tua Vicenza:
Il video di Omar Pedrini è il penultimo prodotto assieme a Michele Piazza. Con la Tofufilms stiamo cercando di portare il più possibile le riprese dei nostri lavori a Vicenza e provincia: girare nella nostra città ci offre la possibilità di dare visibilità al nostro territorio, di valorizzare spazi poco conosciuti e di far conoscere realtà importanti. Abbiamo già iniziato a stilare una lista di luoghi che prima o poi useremo, abbiamo fatto una sorta di location scouting. Prossimamente ci rivolgeremo anche alla Film Commission di Vicenza per iniziare a collaborare anche con loro.
Stiamo lavorando con molti artisti italiani, sia con etichette indipendenti che con major, da Warner Music Italia, a Carosello Records, Time Records e Universal. Oltre a quello di Omar Pedrini abbiamo girato i videoclip di L’Aura, Arisa, Benji e Fede, Bugo, The Giornalisti (live), Aba, Irene Ghiotto, e molti altri…
Tornando al video di Pedrini, abbiamo girato tutte le esterne con una macchina d’epoca nelle strade vicino al lago di Fimon, e per gli interni ci siamo spostati in diversi locali della città.
Quello di L’Aura invece è stato tutto girato in un unico ambiente, la locanda La Scuola che si trova nel piccolo paesino di Lusiana. Sono molto orgogliosa di questo lavoro perché il b&b è un vero gioiellino e spero in qualche modo di avergli dato un po’ di visibilità a livello nazionale

Dal Veneto a Milano, per lavoro, e ritorno:
In entrambe le città ci sono sfaccettature positive e negative. Milano offre molto dal punto di vista lavorativo, e posso affermare con certezza che la meritocrazia esiste e se vuoi far carriera, anche dal punto di vista economico. Milano è la città perfetta e se non ti manca la determinazione hai diverse possibilità di riuscire.
D’altro canto devi avere una sorta di “devozione” per il tuo lavoro, soprattutto nel campo della comunicazione e della moda: devi metterci tanta passione e dedicarci tanto tempo, non sono lavori con orario ordinario e prefissato, sai quando devi entrare in ufficio ma non quando ne uscirai. Ricordo ancora uno dei primi giorni a La7, questa frase di Piero Chiambretti “Hai un fidanzato, una famiglia? Da oggi non ce li hai più“. Aveva proprio ragione.
Milano è oltretutto una bellissima città, offre tantissimo, non è solo la capitale economica e della moda e la metropoli del traffico. È un grande museo diffuso. Una città d’arte e di cultura, ideale per studenti e per chi è in cerca di lavori creativi. Per vivere discretamente a Milano devi necessariamente guadagnare bene, il costo della vita è molto più alto rispetto al Veneto, dove la qualità della vita è di gran lunga migliore, spendi meno, sei meno stressato e in dieci minuti sei immerso nella natura. Sono considerazioni se vuoi banali, ma dopo quasi 15 anni a Milano ho avuto il bisogno di avere più spazio vitale: a Milano l’affitto di un monolocale è equivalente di quello di un tricamere in provincia, il traffico è sempre sostenuto, girare in bicicletta è molto pericoloso, e come dicevo prima i ritmi frenetici ti portano allo sfinimento.
Principalmente è per questo che sono tornata a Vicenza, preferisco lavorare meno e godermi di più il tempo libero per portare avanti altri progetti (non solo lavorativi), lo trovo decisamente più gratificante. Poi ammetto che un po’ mi manca, fortunatamente ho ancora molti amici da andare a trovare e qualche corso da frequentare salta sempre fuori. Ora quando vado, in veste di turista mi diverto a girarla molto più di prima. Magari un giorno ci tornerò, non escludo nulla, ma per ora mi godo il mio momento di “downshifting“”

Altro tassello fondamentale del percorso a 360° di Silvia Giordani è la cucina, in particolare macrobiotica e anche sui social parli spesso dell’importanza di un’alimentazione corretta e varia:
Il consiglio pratico che vorrei lasciare è quello di tornare a mangiare più semi, e intendo cereali integrali in chicco (riso integrale, orzo, farro, miglio, avena, grano saraceno, quinoa,…) e legumi (ceci, fagioli, lenticchie, azuki, cannellini, soia verde,..). Quello di cui l’uomo si è sempre nutrito quando non esistevano i frigoriferi, si mangiavano cereali e legumi secchi e solo verdure di stagione, la carne pochissime volte e di animali che avevano vissuto una vita dignitosa, non maltrattati, sfruttati e nutriti malamente.
I semi sono simbolo della vita, se integrali, quindi non raffinati come il riso bianco, in ammollo germogliano, sono vivi, pieni di energia, di micronutrienti e di fibre che aiutano a tenere pulito il nostro intestino. L’intestino per la medicina tradizionale cinese è il centro del corpo, le fibre sostengono la salute degli intestini, aiutano a rinforzare la flora batterica “buona” che ci difende dall’attacco dei batteri patogeni, contribuiscono così ad un buon stato generale dell’organismo. Il processo di raffinazione elimina la maggior parte delle fibre, degli acidi grassi, delle vitamine del gruppo B, e circa il 25% delle proteine. Dal momento che la maggior parte dei componenti salutari si trovano nella crusca e nel germe, i cereali integrali hanno un ruolo essenziale nel mantenimento di un buono stato di salute. Pian piano anche la medicina occidentale si sta avvicinando a questa visione: studi recenti iniziano a collegare l’insorgere di moltissime malattie autoimmuni ad un cattivo stato della flora batterica intestinale, con i cibi raffinati azzeriamo il numero di batteri buoni, e mangiando tanti grassi saturi (cibo animale) intasiamo i villi intestinali che sono deputati all’assorbimento dei nutrienti benefici.
Una cosa che mi fa sorridere è che spesso le persone associano la mia scelta vegan con l’intolleranza al glutine. Questo perché non c’è informazione e approfondimento: essere vegani è solo una scelta etica, si può essere vegani anche solo mangiando patatine fritte e pasta, sembra sia tutto solo una moda, un vezzo del momento; la mia scelta è avvenuta nel momento in cui mi sentivo pronta a cambiare alimentazione senza rischiare di ammalarmi.
Il glutine, ad esempio, non lo toglierei a nessuno se non in presenza di problemi particolari, siamo italiani, il paese dei cereali con il glutine (frumento, farro e orzo), fa parte del nostro Dna, non fa parte del nostro Dna mangiare cereali modificati o pizze fatte con farine a cui viene aggiunto ulteriore glutine per rendere l’impasto più morbido. A questo bisogna fare attenzione agli ingredienti, alle etichette, io ad esempio mangio pane integrale di lievito madre, pasta di grano e di farro ma di qualità, farina biologica ricavata da grani antichi (varietà per lo più dimenticate dai contadini perché rendono meno nel raccolto), e sono convinta che quel mezzo euro che spendo in più per andare a prenderla nel negozio biologico non mi rovinerà il conto in banca e di sicuro il mio corpo me ne sarà  grato.
Chiudo con un’ultima osservazione: un’alimentazione che si basa su cereali, verdure e legumi ha un impatto molto più sostenibile sull’ambiente rispetto a quella onnivora, la stessa quantità di vegetali prodotti per produrre mangime potrebbe nutrire molte più persone se usata direttamente sulle nostre tavole. I nostri campi, soprattutto in Veneto, sono tutti dedicati alla soia e al mais, le monoculture e il conseguente impoverimento del suolo sono il frutto del consumo sconsiderato di carne.
Spero che a qualcuno sia cresciuta un po’ di curiosità: cambiare alimentazione è un vero investimento in salute e equilibrio interiore, scegliere cibo sano e non industriale, praticare attività fisica e coltivare la propria vita spirituale (yoga, meditazione,…) porta a maggior consapevolezza di se stessi.
Se volete capirne qualcosa in più sulla macrobiotica, in questo sito ci sono alcuni miei articoli molto brevi e semplici.
I libri che posso consigliare sono sicuramente tutti quelli del Dott. Franco Berrino (a cui ho fatto da assistente ad un corso per malati oncologici), quelli del mio maestro e biologo nutrizionista affermato a livello internazionale Martin Halsey, e quelli del padre della macrobiotica moderna Michio Kushi

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Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.