Tra la candidatura Unesco e nuovi standard produttivi, nelle vigne della Terra delle Meraviglie sta crescendo una nuova sensibilità per la biodiversità in vigna, alla ri-scoperta del territorio e dell’ambiente

Tira aria nuova tra i vigneti del Veneto, aria di responsabilità ambientale e di etica colturale.
Alzi la mano chi, tra i ricordi di infanzia, conserva passeggiate nei prati delle vigne ed esplorazioni nelle siepi intorno, tra fiori di tarassaco, alberi di noci, pruni selvatici, coccinelle, forbicine e api.
Ed è proprio qui che quest’aria nuova sta portando, dove, in un certo senso, tutto è cominciato: in una biodiversità agraria espressione del territorio e della sapiente tradizione contadina.

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Ma che cosa significa conservare e valorizzare la biodiversità in vigna?

E che vantaggi può avere questo tipo di approccio?
Significa innanzitutto prendere le distanze dalla viticoltura estensiva, fatta di macchine più che di persone, di quantità più che di qualità.
Significa ridurre l’uso degli antiparassitari e diffondere siepi, boschi e piante erbacee autoctoni, capaci di ospitare insetti utili alle viti o di contrastare i parassiti.
Significa anche essere attenti alla qualità dell’aria, del suolo e delle acque superficiali presenti nell’azienda o nelle zone limitrofe. Riportando la biodiversità in vigna, i nostri viticoltori tornano a essere i custodi del territorio e a contribuire alla bellezza del paesaggio.

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La candidatura delle colline di Conegliano-Valdobbiadene a Patrimonio Unesco, che richiede dei vincoli ambientali specifici, non ha fatto altro che accelerare un percorso che oggi è l’unica strada praticabile. Con che vantaggi? Migliorare il paesaggio agrario, la qualità della vita, dei vini e dei prodotti della terra, con evidenti ricadute positive sul sistema turistico.
Siepi e boschi per la prima volta sono protagonisti anche di un importante bando regionale del Veneto e del Friuli Venezia Giulia: le aziende agricole che avranno la possibilità di aumentare le superfici coltivate di Prosecco doc riceveranno un punteggio maggiore se realizzeranno o manterranno siepi o boschetti.
Insomma, non si potrà produrre Prosecco senza valorizzare l’ambiente.

Che la biodiversità sia un tema in forte espansione lo conferma anche l’associazione WBA (Word Biodiversity Association), che si adopera per la salvaguardia della biodiversità agricola in Italia e nel mondo e che rilascia alle aziende la certificazione “Biodiversity Friend”.

Nicola Tormen, membro del Consiglio Direttivo di WBA, ci racconta un Veneto all’avanguardia in questo senso “Nelle aziende vitivinicole venete, rispetto ad altre regioni, sta maturando molto velocemente una forte volontà di rispettare di più l’ambiente e di introdurre una nuova etica nelle pratiche colturali e di lotta integrata. Non è più concessa l’improvvisazione ed è necessario ottenere risultati misurabili in termini di maggiore qualità dei prodotti e di salubrità dell’ambiente. Le aziende amiche della biodiversità in vigna sono dislocate principalmente nelle Province di Treviso e Verona e le richieste di certificazione sono in aumento”.
Le aziende, – continua Tormen – sono consapevoli della necessità di seguire un nuovo protocollo di responsabilità ambientale e in questo sarà fondamentale il contributo di agronomi ed enologi

Ancora una volta quindi la Terra delle Meraviglie è un passo avanti a tutti e sta aprendo la strada al futuro, per diventare la patria della biodiversità non solo in vigna ma anche in altri settori come l’ortofrutticolo.
Noi di Sgaialand ci auguriamo che tutte le aree agricole tornino presto ad essere specchio della tipicità storica e culturale di un territorio così generoso. Preparatevi a far vivere ai bambini di oggi i vostri ricordi agresti di ieri. E non starete leggendo loro delle fiabe bucoliche, ma passeggiando insieme tra i filari!

 

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Trevigiana doc ma globe-trotter nel cuore, lavora come copy e social media manager in una digital agency e in libera professione. Se fosse un vino, sarebbe un Prosecco: frizzante, eclettica, conviviale proprio come un calice di bollicine. Appassionata di volley, antropologia culturale e viaggi, ama da sempre il mondo del vino per vocazione personale e attaccamento al territorio. Contribuisce alla sezione “Wine” raccontando i luoghi, le genti, la filiera del nettare degli dei.