Il tiramisù è tra i dolci più amati d’Italia (e non solo): ripercorriamo la storia e le origini di questa delizia oggi contesa nella paternità tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia

Non si placa la guerra sulla paternità del tiramisù. Pietra dello scandalo è stata la decisione del patron di Eataly, Oscar Farinetti, di dedicare una settimana all’amato dolce nel nuovo store di Trieste. Lo Chef di Treviso Tino Vettorello ha immediatamente risposto proponendo una contro settimana del tiramisù veneto, dichiarando “Abbiamo appreso della settimana del tiramisù che Oscar Farinetti ha lanciato con il suo Eataly a Trieste. E lo fa in maniera poco rispettosa del Veneto, facendo passare l’idea che il tiramisù è un dolce friulano. I friulani sono amici e vicini di casa e hanno la fortuna di vivere in una bella terra come lo è il Veneto. Però, a Farinetti si richiede un po’ di rispetto per la storia gastronomica dei veneti. È pur vero che siamo ancora in una fase di ricerca sulle reali origini di questo straordinario dolce”.

Facciamo un po’ di ordine. Nel maggio 2016, durante il Salone Internazionale del Libro di Torino, viene presentato il saggio “Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato” di Clara e Gigi Padovani, edito da Giunti Al Punto, nel quale i due critici gastronomici dichiarano che il tiramisù avrebbe paternità friulana. Ritengono infatti che il dolce sarebbe nato tra i fornelli del cuoco Mario Cosolo del ristorante Vetturino a Pieris nel 1950.
Nove anni dopo, a San Canzian, la cuoca Norma Pielli del ristorante Albergo Roma avrebbe alternato la crema al mascarpone con strati di caffè e biscotti, creando l’antenato del nostro semifreddo e chiamandolo tirimi su.
Prontamente il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha risposto che “la realtà storica, documentata e certificata persino con un atto notarile è scolpita nella pietra”. Infatti, il tirame su ha un luogo di nascita ben preciso nella terra delle meraviglie: Treviso. La sua origine si fa risalire allo sbatudin, un dolce povero a base di uovo montato con lo zucchero, che solitamente si dava a bambini, anziani e convalescenti. Negli anni ’60, nel suo libro La cucina trevigiana, il registra e gastronomo Giuseppe Maffioli racconta dell’usanza veneta di gustare lo zabaione unito alla panna montata con dei biscotti secchi chiamati baicoli. La ricetta originale del tiramisù, che tutti conosciamo e prepariamo, fatta con uova, zucchero, mascarpone, caffè, cacao amaro e savoiardi, nasce nel 1970 nelle cucine del ristorante Alle Beccherie dalle fruste del pasticcere Roberto Loli Linguanotto.
La ricetta del Linguanotto, citata anche nel libro della discordia, è stata depositata a Treviso con atto notarile dall’Accademia della Cucina Italiana, riconoscendo così la paternità al Veneto della ricetta che tutti gli italiani preparano nelle loro cucine.

Come disse Carlo Campeol, l’ultimo titolare del ristorante Alle Baccherie: “Solo agli inizi degli anni ’70, non inventando nulla ma solo unendo ingredienti da sempre utilizzati e a tutti noti, è nato un dolce che ha scatenato la fantasia di molti e la voglia di primogenitura da parte di tutti“.

Articolo precedenteAlla scoperta della Foresta di Somadida tra volpi, orchidee di montagna e storia
Articolo successivoLa storia di Giusto Pio, musicista e compositore vanto della musica italiana