Il prossimo weekend partiamo per scoprire il patrimonio artistico e naturalistico del nostro paese con le Giornate FAI di Primavera 2017

Si avvicina l’annuale appuntamento con le Giornate FAI di Primavera: per il 25° anno il weekend dedicato alla riscoperta dell’immenso patrimonio di arte e natura conservato nel nostro Paese.
Sabato 25 e domenica 26 marzo i volontari del FAI saranno presenti in 1.000 luoghi straordinari di tutta Italia per accompagnare i visitatori alla scoperta del patrimonio d’arte e natura del nostro Paese e per sensibilizzare al sostegno con un semplice gesto chi se ne prende cura da oltre 40 anni.
Con le Giornate FAI di Primavera, ci saranno così 1.000 opportunità per innamorarsi della bellezza del nostro Paese e per fare un piccolo gesto per aiutare a proteggerla.

Cosa si potrà visitare nella Terra delle Meraviglie durante il weekend delle Giornate FAI di Primavera 2017?

Qui potrete trovare il programma e tutte le informazioni: www.giornatefai.it
Ed ecco alcuni luoghi da scoprire il prossimo weekend nella Terra delle Meraviglie:
Camerino D’Ercole (Bl), Cappella dei Rettori del Monte di Pietà (Tv), Casa Gottardo (Selvazzano Dentro – Pd), Chiesa di San Rocco (Sommacampagna – Vr), Chiesa di San Bernardino (Arzignano – Vi), Ex Zuccherificio (Ro), Giardino di Casa Copercini (Arquà Petrarca – Pd), Palazzo Doglione (Marostica – Vi), Scuola Grande della Misericordia (Ve), e molto altro ancora.

Ed ecco alcuni beni del FAI della Terra delle Meraviglie:

Villa Vescovi a Luvigliano di Torreglia (Padova): fu edificata tra il 1535 e il 1542 su un terrapieno dei Colli Euganei dalla curia di Padova, per offrire al vescovo una sontuosa casa di villeggiatura estiva.
Il vescovo committente fu Francesco Pisani (episcopato dal 1524 al 1564), mentre per l’esecuzione dell’opera venne incaricato il nobiluomo Alvise Cornaro, amministratore della mensa vescovile dal 1529 al 1537. Cornaro, con l’appoggio del vescovo Pisani, ne affida il progetto al pittore architetto Giovanni Maria Falconetto (Verona 1468 – Padova 1535).
Nella versione originale, la Villa era costituita da un compatto parallelepipedo a base quadrata, alleggerito su due lati del primo piano da due logge aperte sul paesaggio circostante.
Concepita sin dall’inizio come palazzo di città e destinata a ritrovo per intellettuali e circoli umanistici, l’imponente dimora è giunta straordinariamente intatta fino ai nostri giorni, mantenendo a tutt’oggi l’antico rapporto di dialogo e armoniosa convivenza col paesaggio circostante.

Nel veronese spicca il Complesso monumentale del Lazzaretto, (attualmente in restauro) la cui costruzione iniziò nel gennaio 1549 a Verona in località Porto San Pancrazio, vicina all’Adige, allora adeguatamente distante dalla città (ora popoloso quartiere). Lo scopo dell’edificio era di ricoverare i malati contagiosi in località isolata e agevolmente raggiungibile attraverso il fiume. Il lazzaretto fu progettato, secondo il Vasari, dall’architetto Michele Sanmicheli, anche se secondo altri storici fu opera di Giangiacomo Sanguinetto, il quale nel giugno 1548 presentò alle autorità cittadine un modello per il lazzaretto.

Fontana Secca e Col de Spadaròt a Quero (Bl) è invece un’area di grande valore naturalistico e anche particolarmente importante dal punto di vista storico perché è stata lo scenario di una battaglia della Prima guerra mondiale. L’area è stata donata al FAI e sarà inaugurata proprio quest’anno, in occasione dei 100 anni della battaglia di Monte Fontana Secca.

giornate fai di primavera 2017 olivetti

Altro bene del FAI in Veneto è il Negozio Olivetti di Venezia, progettato da Carlo Scarpa nel 1957-58 su incarico di Adriano Olivetti, che desiderava realizzare un moderno showroom in piazza san Marco a Venezia per esporre le macchine da scrivere e da calcolo prodotte dalla celebre azienda di Ivrea. Chiuso nel 1997 e temporaneamente trasformato in una rivendita di prodotti per turisti, il Negozio è stato generosamente dato in concessione al FAI nel 2011 da Assicurazioni Generali, proprietaria dell’immobile, in vista dell’apertura al pubblico del Bene. L’eccezionale opera di Carlo Scarpa è divenuta così un fedele Museo di sé stesso: grazie al dono al FAI da parte di Olivetti di una preziosa collezione di macchine da scrivere e da calcolo storiche, la Fondazione ha potuto ripristinare l’allestimento e la funzione originaria del luogo, nell’intento di ridare un futuro alla qualità tecnica ed estetica che ha contrassegnato la miglior produzione italiana del dopoguerra.

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Diploma di scuola media superiore, giornalista free lance appassionata di musica e piante, collabora saltuariamente con redazioni locali.