Dopo avervi parlato di vamping, prosegue il mio percorso di educazione digitale con Sgaialand. Oggi voglio soffermarmi sulla parola sexting, che si riferisce a un’attività tanto sottovalutata quanto potenzialmente pericolosa, che di danni-ahimè- ne ha già causati parecchi.

Io e Marco ci siamo conosciuti per lavoro qualche mese fa, e siamo usciti insieme 2-3 volte. Ci piacciamo e stiamo portando avanti una frequentazione un po’ complicata per via della distanza che ci separa e per i tanti impegni di entrambi. Così finiamo col passare moltissimo tempo al telefono, fra chiamate, videochiamate e messaggi. La paura che il tempo possa far rovinare qualcosa che è appena nato, mi ha portato una sera a decidere di osare: gli ho inviato una mia foto in biancheria intima, posa provocante e sguardo seduttivo. Abbiamo già condiviso momenti di intimità, quindi il mio corpo già lo conosce, ho pensato.
Marco ha apprezzato molto, ha ricambiato, e da allora ci scambiamo spesso foto e messaggi provocanti. È il nostro modo di stare insieme anche se lontani. In fondo, che male c’è?

Anche tu, almeno una volta nella vita, ti sei trovato/a in una situazione simile a quella -di fantasia- descritta? Hai inviato a qualcuno contenuti dal carattere sessualmente esplicito? Se la risposta è sì, beh puoi dire di avere fatto sexting!

Con questo termine, crasi delle parole inglesi “sex” (sesso) e “texting” (messaggiare), si intende l’invio volontario di foto o video in cui il/la protagonista è ritratto/a svestito/a o nudo/a, e a volte intento a compiere atti sessuali. Anche scambiarsi messaggi contenenti riferimenti sessuali rientra nel sexting.

Tale comportamento è ormai divenuto molto frequente sia fra ragazzi che fra adulti, ed è attuato in prevalenza dal genere femminile.

Ma perché si pratica il sexting? I motivi possono essere diversi: come forma di corteggiamento, per ricercare approvazione, per mantenere “calda” una relazione di coppia.

Fra i ragazzi è una pratica diffusa, usata soprattutto per testare il grado di interesse che suscitano nella persona che gli piace. Il tutto vincendo l’imbarazzo che è proprio delle interazioni faccia a faccia. Lo schermo insomma, sembra proteggere dalla vergogna di mostrarsi agli altri.

Va detto che se il sexting avviene all’interno di una coppia stabile, di fidanzati o coniugi, non c’è da stupirsi nè da gridare allo scandalo. E potrebbe non esserci nulla di male se entrambi i partner sono rispettosi e gelosi della loro privacy.
Diverso è il discorso quando l’invio di propri contenuti così privati e compromettenti ha come destinatari degli sconosciuti. Il pericolo è che questo materiale venga usato in modo improprio, magari ricondiviso con altre persone o pubblicato in rete su qualche social.Ovviamente il modo più sicuro per non correre rischi è non inviare alcunché.
Ma se proprio non sapete resistere, ecco qualche piccolo accorgimento per ridurre le eventuali conseguenze spiacevoli:

  • assicuratevi che il destinatario sia la persona che dice di essere, e non un fake;
  • preferite foto o video in cui viene ritratta solo una parte del vostro corpo, non tutto;
  • se la foto ritrae il corpo intero, tagliate almeno il volto; evitate di inquadrare dettagli che possono rendervi riconoscibili (tatuaggi, piercing, cicatrici, ecc).

In ogni caso, ricordate che tutto ciò che esce dai nostri dispositivi digitali smette di essere di nostra proprietà, non possiamo averne più il controllo e rischia di provocarci conseguenze gravi e dolorose! Quindi è il caso di pensarci bene prima.

Se vi siete persi il mio precedente articolo sul vamping, ve lo rilascio qui a disposizione!

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Rodigina fiera, psicologa e Presidente dell’Associazione #UnitiInRete, si occupa di digitale e nuovi media, studia le relazioni fra l’essere umano e le tecnologie, accompagnando le persone nel percorso di scoperta dei dispositivi digitali, del web e dei social network.