Ogni volta che Giacomo mi parla della sua nuova vita a NY, rimango incantata! Quando poi ci abbina una delle sue ricette…impossibile resistergli! Prendete appunti, altra prelibatezza in arrivo!!Gaia

 

…e per colazione? Aringhe affumicate!!

“Could we have kippers for breakfast?”… Aringhe affumicate per colazione: il solo pensiero probabilmente vi fara’ inorridire e devo ammettere che anche per uno come me, notoriamente onnivoro, la cosa non ispira per niente, ma e proprio così che recitava il testo di una famosa canzone del gruppo inglese Supertramp “Breakfast in America” (la conoscete sicuramente, eccola!).
Fortunatamente le aringhe non hanno mai messo piede, o meglio pinna, sul tavolo delle colazioni americane. In realtà il testo della canzone parla di una persona che, non essendo mai stata in America, fantastica sulle sue abitudini.
Ma cosa mangiano davvero gli americani per colazione?
Per tradizione, fin dai primi dell’ Ottocento, la colazione americana era conosciuta (ed in parte lo è tuttora) come “Hot, Hearty and Lardy” ovvero, calda, abbondante e grassa, e con le sue quasi 4000 calorie fatte di uova, salsicce, prosciutto, lardo, bacon, pane tostato, frittelle e pancake, doveva sostenere (sempre che un’insufficienza coronarica non li uccidesse prima) i lavoratori agricoli per tutta la loro giornata di fatiche nei campi.

Dagli inizi del 900 ad oggi sono stati in molti, spinti da business billionari, a modellare e influenzare le abitudini alimentari degli Yankees. Primo fra tutti, John Harvey Kellogg, che con la sua maniacale ossessione per il vegetarismo (e non solo) inventò dei fiocchi di mais cotti con zucchero e vitamine, meglio conosciuti ai profani come Corn Flakes.

For-Goodness-sake

Fu poi nel 1950 che la famosa ciambella di Homer Simpson, comunemente usata come dessert, venne rilanciata come must della prima colazione da Dunkin Donuts (se volete azzardare, vi suggerisco il Boston Cream o per i più spericolati il Texas Toast, ottimo per la fame chimica, ma che trasuda letteralmente burro).
Homer-Simpson-Donuts-01E i Bagles? Fino agli anni sessanta erano solo un prodotto di nicchia, ma con l’avvento di fabbriche automatizzate arrivarono sulle tavole di tutte le famiglie e ad insaporirli ci pensò la Kraft che promosse, con una mirata campagna pubblicitaria, il Philadelphia Cream Cheese, rendendo ufficialmente i “Bagles and Cream Cheese” parte integrante della prima colazione americana.

Sarà poi solo negli anni ’80 che il signor Howard Schulz, ispirato guarda caso dagli italiani e dalla loro meticolosa ricerca di qualità e gusto nelle differenti miscele, deciderà di rivalutare il concetto di caffè americano, creando una vera e propria coffee-breakfast industry: Starbucks.

大安站 & Starbucks breakfast

Sì ma… dopo questo breve riepilogo storico che ha messo un po’ d’ordine nella cronologia del breakfast, OGGI, CHE COSA MANGIANO PER COLAZIONE GLI AMERICANI E NON, A NEW YORK??
Ebbene, un po di tutto!! Direi che non ci sono regole specifiche e nel puro mood newyorkese ognuno mangia quell che gli pare, c’è chi beve centrifugati di verdure, frutta e radici, chi mangia yogurt greco con cereali e noci e chi si mangia quattro uova strapazzate con salsiccia e patatine fritte, chi si prende un frullato di Acai, granola e frutti di bosco e chi invece ai frutti di bosco aggiunge sette strati di pancake annegati nello sciroppo d’acero e insaporiti da tre stecche di bacon… cappuccio e brioche, o una carriola di proteine e carboidrati? Chi ha ragione? Tutti e nessuno, in fondo il mondo è bello perché è vario e cosa mangiare lo decidete voi; in realtà credo che, più importante di cosa mangiate, è con chi lo mangiate… e detto questo, chiudo con una massima di NY:
”A Good date ends with dinner, an Awesome date ends with breakfast” a buon intenditore…..taaaaacccc!!!

Ok, Ok… diciamo che effettivamente il date è andato incredibilmente bene, ora, adesso, stamattina, che gli preparo per colazione?? Ecco io proporrei qualcosa simile a questo:

AVOCADO TOAST, versione lusso con Salmone Selvatico, Poached Egg e Lavanda.

Ingredienti: 

– Mezza baguette possibilmente fragrante
– 2 Avocadi maturi
– Mezzo lime
– Sale (anche aromatizzato, io ho usato un sale all’aglio e un Himalayan Pink salt, ma solo perché fa più figo)
– Pepe e cipollotto, la parte verde
– 1 cucchiaino di olio extravergine
– Ricciolo di burro
– Lavanda (io la trovo in vasetti tipo spezie, da FoodEmporium)
– Salmone selvaggio affumicato
– 2 uova
– 1 cucchiaio di aceto di vino bianco

Procedura:
Tagliate in due parti la mezza baguette e imburratela leggermente, tostatela, idealmente, in una pressa per panini altrimenti tostapane va bene istès
Dopo aver sbucciato gli avocados, sminuzzateli e frullateli con l’olio, il mezzo lime, sale, pepe e cipollotto.
Spalmate la crema d’avocado sul pane tostato e adagiatevi sopra il salmone a fette
Portate a bollore l’acqua in una pentolino e aggiungetevi 1 cucchiaio di aceto e un pizzico di sale… ora l’acqua è pronta per il vostro ovetto che avrete appoggiato delicatamente sul fondo di una tazza da caffè americano (per gli amici Mug).
Immergete per metà la tazza in acqua (occhio a non intingere anche le dita, vi assicuro che non è piacevole) e versate l’uovo, che si compatterà quasi immediatamente.
Dopo circa un minuto, l’uovo è pronto per essere portato in trionfo in cima al vostro toast;
in base alla consistenza che desiderate per il tuorlo d’uovo, potete allungare un po’ il tempo di cottura in acqua, dopo 3-4 minuti l’uovo verrà quasi sodo…
Spolverata di lavanda e pepe e il gioco è fatto! In abbinata caffè nero bollente, spremuta d’arancio e un bicchiere di champagne e se non dovete andare al lavoro… tornate sotto le lenzuola!!!

Enjoy your breakfast, and don’t forget to tip your bartender!
Ah quasi dimenticavo, giusto per rimanere in tema di uova e breakfast, se passate da NY fate un bruch da Eggshop, l’ovo in tutte le salse!!! http://www.eggshopnyc.com/

Giacomo

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Giacomo Silvestris, ”Jackie” per gli amici, 38 anni, occhi verdi (almeno per l’anagrafe) e barba folta. Spirito intraprendente e battagliero, sempre pronto a nuove sfide, il suo motto è: ”mi pento solo di ciò che non ho fatto”. Creativo nel DNA, sognatore nell’animo e casinista per natura. Da più di 20 anni nel mondo della ristorazione, vive per (e grazie a) l’hospitality. Ha una smodata passione per la cucina e la mixologist, ama la musica e il buon vino gustato in compagnia, pratica soul cycle, pugilato e sport da combattimento (ma tranquilli, non farebbe male ad una zanzara). Dalla movida Milanese è passato nel 2012 alla movida Newyorkese, dove continua la sua avventura nell’affascinante mondo del food & beverage, gestendo per una grossa Compagnia italiana diversi locali a Coney Island. Taaaaaaaaaaccccc!!!

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