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Alla scoperta dello storico Caffè Pedrocchi di Padova, il celebre Caffè senza porte della città del Santo.

 

ll Caffè Pedrocchi è un caffè storico di fama internazionale, situato nel pieno centro di Padova, in via VIII Febbraio nº 15. Aperto giorno e notte dal 1916 e perciò noto anche come il “Caffè senza porte“, per oltre un secolo è stato un prestigioso punto d’incontro frequentato da intellettuali, studenti, accademici e uomini politici. L’8 febbraio 1848, il ferimento al suo interno di uno studente universitario diede il via ad alcuni dei moti caratterizzanti il Risorgimento italiano e che sono ancora oggi ricordati nell’inno ufficiale universitario, Di canti di gioia.

Nel 1816 Antonio Pedrocchi, figlio di un caffettiere bergamasco, commissiona al noto architetto veneziano Giuseppe Jappelli l’ampliamento del piccolo caffè ereditato dal padre.
Il nuovo stabilimento, che doveva essere il Caffè “più bello della terra”, fu inaugurato nel 1831 e poi affiancato, nel 1836, dal Pedrocchino, elegante costruzione neogotica riservata alla pasticceria.

Il Caffè Pedrocchi fin dai primi anni divenne noto come “il caffè senza porte” sia perché fino al 1916 era aperto giorno e notte, che per l’accoglienza dettata proprio dalla sua struttura: il porticato aperto e, allora, senza vetrate, era una sorta di “passaggio” collegato alla città.
I prezzi non erano cari, per quanto il luogo fosse già di gran lusso per quei tempi, e con una lira si poteva mangiare.
Il proprietario, Antonio Pedrocchi, il primo tra l’altro che illuminò a gas il suo Caffè, ebbe un modo assai singolare di trattare la clientela: chiunque infatti poteva sedere ai tavoli anche senza ordinare e trattenersi a leggere i libri e i giornali, come “Il Caffè Pedrocchi” (il primo dei sei giornali intitolato al nome del Caffè), messi a disposizione dal locale.
Alle donne erano offerti in dono fiori e, in caso di pioggia improvvisa, ai clienti veniva prestato un ombrello.

Fonte: Wikipedia e Padovanet

Foto: Francesca Fornasini

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Laureata presso la facoltà di Lettere Moderne, a Padova. Tratti distintivi: è gemella. Anima creativa e scrittrice in fiore, nel 2010 è stata finalista del Premio Campiello Giovani. L’amore per la scrittura nasce da un incondizionato amore per la lettura. Conserva l’eco delle parole che ha assimilato e che danno forma e sostanza alle sue idee. Caotica e fervidamente entusiasta della vita, ama misurarla in sorrisi. Fotografa per passione, osserva con stupore il mondo attraverso un paio di occhi verdi a mandorla. Ha fatto delle parole di Alda Merini “sono sempre rimasta fedele alla mia meraviglia” il proprio credo. Semplice ed autoironica, apprezza le piccole felicità quotidiane, collezionandole nel cuore.