Elisa, brillante editor di Una casalinga al cinema, è andata ancora una volta al cinema per noi ! Oggi di quale film ci parlerà? Pop corn o no?! Scopritelo con noi! Gaia
IL PICCOLO PRINCIPE
Di: Mark Osborne
Con: il Piccolo Principe!

Si perché: sia che si conosca già la storia o no, un po’ di tempo con il Piccolo Principe merita di essere passato. In un’epoca dove spesso ci dimentichiamo di alcuni valori un refresh animato sta benissimo. Nella versione di Osborne (regista anche di “Kung Fu Panda”) oltre all’originale di Antoine de Saint-Exupéry, c’è la storia di una bambina stressata da una madre che ha già previsto per lei una vita programmata al minuto e che non ha tempo per variabili umane come l’amicizia e il sognare ad occhi aperti. È una critica a quei genitori che stabiliscono a tavolino cosa devono fare e come devono essere i figli? È un monito per una generazione attaccata all’informazione e al conoscere e che spesso dimentica l’utilizzo del cuore? Forse. Diciamo che la storia della bambina (che non ha un nome perché può essere chiunque di noi) porta una sana riflessione e un esempio: prima di tutto se esiste la realtà, esiste anche il sogno; un libro che racconta una storia senza tempo è sicuramente meglio di algebra e geografia (anche se sono importanti). Un’amicizia che supera ogni difficoltà e tempo, poi, fa tutto il resto.

No perché: possibile che bisogna sempre attingere dal passato per fare un film o un cartone, come in questo caso? Le due storie accostate funzionano, ma a un certo punto la “moderna” si blocca sulla troppa immaginazione fanciullesca; o è realtà anche quella? Con ordine: c’è la storia – storia del Piccolo Principe così com’è stata scritta; poi c’è la storia dell’aviatore del Piccolo Principe, diventato vecchio e solo, che trova nella bambina il sogno, l’amicizia e la speranza che aveva perso nel tempo. Quando la vecchia favola finisce e la nuova ha perso lo slancio iniziale, la narrazione non “vola” come il sogno iniziale, anzi diventa un po’ macchinosa. L’utilizzo dell’animazione è fondamentale per portare al cinema ancora il Piccolo Principe. Ma non fate l’errore di pensare che il film sia per bambini: sono gli adulti a cogliere le sfumature più intime di una storia vecchia, ma quanto mai attuale. Abbiamo sempre bisogno di storie del cuore, a qualsiasi età.
Per: tutti, senza alcun dubbio. Non c’è lo spettatore tipo in questo cartone, perché il film ha da dire qualcosa a ogni età: agli adulti di ricordarsi di essere stati bambini e di prendersi meno sul serio, ogni tanto; ai bambini di non avere paura di diventare grandi e che saranno degli adulti meravigliosi, se prima sono stati dei bambini meravigliosi.

Casa o cinema: non ho avuto la fortuna di vedere la versione 3D (sembra che spesso abbiano fretta di far scomparire le pellicole, soprattutto quando in giro c’è un comico che ha monopolizzato le sale). Però, la differenza fra storia vecchia e nuova (vecchia nel senso di originale, perché è anche più moderna della nuova) si vede meglio sul grande schermo: le dimensioni permettono di cogliere i particolari sia dell’animazione sia del sonoro (vocali e musicali). Tuttavia, con le nuove uscite se vi siete presi all’ultimo, tenetelo d’occhio anche per le visioni successive: non lasciatelo scomparire fra i ricordi di scuola!
Pop – corn: su questo aspetto ho un dubbio. C’è troppo da ragionare per avere il tempo anche di mangiare. Più che altro penso a chi ha le lacrime facili: se prendete un bidone di pop corn, dopo, con quale mano terrete il fazzoletto?
#prendilasgaia
Elisa
